EXHIBITIONS - 2023
EXHIBITIONS - 2022
EXHIBITIONS - 2021
My body is (not) a cage
a cura di Flavia Rovetta, Susanna Tavella, Angela Calderan
Da esibire o rinnegare, da idolatrare o biasimare: il corpo femminile è spesso ridotto a oggetto con una destinazione d’uso. Gli sguardi esterni, intrisi di desiderio o rimprovero, lo sottopongono a un giudizio costante, che lo lascia spersonalizzato e frainteso. È quindi facile che cada vittima di stereotipi e miti di plastica, limitandosi a essere uno sterile involucro per l’identità. Il concetto astratto di perfezione fisica, imposto dalla società e veicolato dai media, deforma le aspettative, inducendo spesso le donne a sentirsi sbagliate e fuori standard. In alcuni casi, un difetto o una particolarità possono assumere un’importanza tale da trasformarsi in ossessione, facendo insorgere ansie e vergogna nei confronti del proprio aspetto. La stessa definizione di “femminilità” non è priva di insinuazioni e costituisce un’etichetta che condanna ogni difformità rispetto ai canoni imperanti. Accusato di non essere come dovrebbe o come lo si vorrebbe, il corpo può perfino diventare una prigione in cui restare irrimediabilmente costrette e relegate.Questo insieme naturale di pelle, carne e ossa è “sempre pronto a essere investito da nuove ideologie, la pregnanza delle quali è tanto più grande quanto si intende sottrarvisi, resistervi o controllarle”. Per una donna, il semplice atto di esporsi comporta la valutazione del suo corpo, che viene così travolto dai pregiudizi. Tuttavia, a questa prospettiva soffocante se ne contrappone un’altra: imperfezioni e incongruenze, accettate come contingenze della vita, non sono più limiti ma opportunità di esplorazione e trasformazione. La parola limite, come suggerisce la sua etimologia, indica al contempo chiusura e varco, barriera e soglia. Ecco allora che cicatrici, nei e altri segni cutanei disegnano mappe di nuove narrazioni, e le adiposità rinascono sotto forma di inediti paesaggi da scoprire. I modelli estetici asettici e precostituiti vengono superati, per lasciare il posto a corpi reali, ciascuno diverso dall’altro e apprezzato per le proprie caratteristiche di unicità. “Il tuo corpo è un campo di battaglia”, affermava Barbara Kruger, e ogni donna ha le proprie armi per combatterla, riappropriandosi di una personale visione della femminilità. Camuffato o semplicemente esposto nella sua essenziale nudità, il corpo diviene così mezzo di espressione e ribellione. Un travestimento, infatti, può agire come una seconda pelle, da indossare per identificarsi in altro da sé, ritrovando la propria autenticità. All’estremo opposto, mettersi a nudo significa abbandonare ogni sovrastruttura, per riscoprire un’intimità trascurata. Il corpo perde i suoi connotati e, trasceso, si fa spazio di libertà assoluta. È così che la pelle si espande oltre i propri confini e si rivela lo strumento per spogliarsi della gabbia, disegnando nuovi territori d’azione.
ARTIST/ə/ SELEZIONAT/ə/
Franco Fasano | Lou Duca | Elia Alunni Tullini | Samanta Orsi | Sandra Lazzarini | Valentina Rosa | Eleonora Pecorella | Sofia Mangini | Stefania Mattioli | Andy Caraway | Ermanno Ivone | Giulia Gualazzi | Rebarbus
EXHIBITIONS - 2019
Young & Lovely
Qual è lo stato attuale della scena artistica genovese?
Si muove qualcosa?
Esiste una comunità di artisti attiva sul territorio? Chi sono? Cosa fanno? Chi li aiuta? Chi li rappresenta? Che età hanno?
“Young and Lovely – Questa non è una mostra d’arte contemporanea”, a dispetto del suo sottotitolo, è un’esposizione d’arte contemporanea dedicata alla giovane scena artistica genovese e, più in generale, ligure, e cerca timidamente di dare una risposta a queste domande.
È una collettiva i cui protagonisti sono artisti all’inizio del loro percorso ma con riferimenti già molto solidi e con significative mostre all’attivo.
Tema della mostra è la pura esibizione di questi artisti e delle loro opere, esponendo una produzione attraverso la quale essi si confrontano con la realtà contemporanea negli aspetti che riguardano la dimensione femminile, il rapporto con l’ambiente e la relazione tra uomo e architettura.
I mezzi espressivi utilizzati spaziano dalla fotografia, al collage, alle video installazioni fino alla scultura vera e propria.
La mostra si propone come un tentativo di ricreare e favorire una presenza attiva di artisti che abbiano questo territorio come punto di riferimento, e di rafforzare la loro autoconsapevolezza in quanto comunità. Vorrebbe inoltre fare da legame tra essi e il tessuto culturale della città per così dire più “emerso”.
Proprio per questo la mostra è stata concepita come un happening, della durata di tre giorni, e sarà accompagnata da un dj set curato da CODE WAR che ospiterà il dj berlinese Handmade.